Eufemia Racconta

Esperienze di integrazione, collaborazione, ascolto e scoperta

Iniziativa per l'inclusione lavorativa e dell'autoimprenditorialità, con servizi di prossimità e supporto alle filiere corte.

Nadia rivive e racconta oggi il paese in cui è nata e cresciuta, il Marocco, nei piatti che cucina ogni settimana da Eufemia. 

Questa è la sua storia.

Cosa ti ha spinto a venire in Italia? E com'è stata la tua esperienza quando sei arrivata qui?

Mi chiamo Nadia, ho 42 anni e sono mamma di tre figli. Sono venuta in Italia dal Marocco. La mia vita in Marocco era bellissima perché vivevo con la mia famiglia, i miei fratelli e le mie sorelle. Ho deciso di trasferirmi per motivi familiari: mio marito era già in Italia, aveva i documenti e ci eravamo sposati in Marocco. Prima è venuto lui, e poi l'ho raggiunto io, per poter vivere tutti insieme qui in Italia. L'esperienza è stata molto bella. La parte più difficile è stata stare lontana da tutta la famiglia e, forse, anche il fatto di dover imparare una nuova lingua non è stato semplice. Però, nel complesso, è stata un'esperienza positiva. 

Cosa significa per te il tuo Paese d'origine? Quali aspetti della tua cultura senti ancora vivi nella tua quotidianità?

Il mio Paese è una parte molto importante di me. La cucina che preparo per la mia famiglia – il cous cous, il tajine, il tè – sono tutte tradizioni che appartengono alla mia cultura e al mio Paese, e che oggi continuano a essere molto presenti nella nostra vita quotidiana. Abbiamo anche incorporato tante cose della cultura italiana, ma la mia cultura resta fondamentale per tutti noi.

Quali sfide hai affrontato come persona migrante?

La sfida più grande è stata senza dubbio la lingua. Per fortuna, però, c'era sempre mio marito ad aiutarmi con questo aspetto.

Com'è cambiata la tua percezione di questo Paese da quando sei arrivata?

I primi mesi sono stati difficili, soprattutto per la lontananza dalla mia famiglia e per la lingua. Ma col tempo sono riuscita ad abituarmi, e la mia percezione dell'ambiente intorno a me è cambiata in modo positivo. Sono riuscita a costruire una nuova realtà con la mia famiglia qui, e mi piace.

Come sei arrivata a lavorare a Eufemia? Cosa hai pensato del posto quandl'hai conosciuto per la prima volta?

Sono arrivata a lavorare a Eufemia grazie ad alcuni amici: Piero, Lorena, Betta e Giulia. Lavoro con loro da tanto tempo. All'inizio c'era un piccolo progetto chiamato GAS, dove cucinavamo insieme a uno chef che si chiamava Stefano. 

Cosa hai pensato del posto quando l'hai conosciuto per la prima volta?

Piero mi aveva parlato di Eufemia come di un sogno che aveva. Mi è sembrata un'occasione bellissima per continuare a lavorare insieme a tutti loro.

Cosa rappresenta questo spazio per te? Come ha influenzato la tua vita quotidiana?

Questo spazio mi ha dato una grande mano nella vita quotidiana. Io e mio marito eravamo senza lavoro, e questo progetto mi ha aiutato a migliorare quella situazione. Inoltre, è un ambiente molto amichevole e accogliente in cui lavorare.

Qual è l'aspetto che ti piace di più del lavorare qui?

Mi piace cucinare e adoro avere l'opportunità di improvvisare i piatti da preparare per i pranzi. Inoltre, mi piace moltissimo condividere il tempo con le mie colleghe.

Quali competenze o insegnamenti hai acquisito qui?

Ho arricchito la mia esperienza imparando a cucinare con attenzione alla qualità dei prodotti, privilegiando quelli biologici e offrendo sempre un'opzione vegetariana.

C'è un'esperienza a Eufemia che è stata particolarmente significativa per te?

Alla fine del lavoro, mi piace moltissimo condividere del tempo con i miei colleghi e amici. Koki prepara la lista di quello che ognuno vuole mangiare, altri apparecchiano la tavola, e poi ci sediamo tutti insieme a mangiare: siamo come una famiglia.

Come mantieni vive le tue tradizioni culturali qui?

La cucina mi permette di mantenere viva ogni giorno la cultura del mio Paese di casa. Inoltre, celebriamo insieme in famiglia le feste tradizionali del Marocco. Continuiamo anche a parlare la nostra lingua: i miei figli la conoscono bene, e questo mi collega direttamente alla mia cultura, qualcosa di davvero importante per me.

Ti è capitato di condividere la tua cultura con i colleghi o con i clienti di Eufemia? Com'è stata questa esperienza?

Eufemia mi ha dato l'opportunità di cucinare molti piatti tipici del mio Paese e i clienti li hanno apprezzati molto. Mi piace tantissimo preparare il cous cous e anche replicare ricette che mi ha insegnato mia madre, come lo sformato di lenticchie. Ho anche portato alcune cose da far assaggiare ai miei colleghi, come il tè tipico marocchino che è piaciuto molto.

C'è un piatto o un prodotto dell'emporio/ristorante che ti collega alla tua terra d'origine? Ci sono piatti o alimenti che hai scoperto/provato qui da Eufemia?

Il cous cous, le patate al forno e le lenticchie sono piatti che mi collegano alla mia terra d'origine.

Come immagini il tuo futuro? Quali sono i tuoi sogni o obiettivi?

Mi immagino come cuoca a Eufemia, soddisfatta del mio lavoro e riuscendo a raggiungere serenità e stabilità economica.

Che ruolo immagini possa avere Eufemia nel tuo futuro?

Spero che Eufemia continui a crescere e ad andare avanti, così possiamo lavorare bene, di più e crescere tutti insieme.

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